di Vera Clinco
Con questo articolo voglio raccontarti il potere che le tecniche di coaching sanno sprigionare, permettendo alle persone di lasciar emergere ed accogliere la grandiosità che custodiscono dentro.
Mi presento brevemente: sono Vera, i miei amici o conoscenti artisti mi chiamano Tulip, ho 28 anni e nel 2020 mi sono diplomata con il primo corso del ramo italiano del Kingstown College come Personal, Leadership and Executive Coach.
Sono una cantante, un’artista, una coach, lavoro nel mondo degli eventi e della moda: una persona multi-potenziale che tra i suoi mille interessi, con la smania di eccellere in tutti, non aveva una cornice, una chiave di lettura e degli strumenti che le permettessero di dare un senso al quadro che stava cercando di dipingere.
Iniziare il mio percorso nel coaching per me è significato questo: concedermi la scoperta, l’esplorazione, la chiarezza e quindi la costruzione di una visione e di un progetto basato sui miei valori e sulle mie unicità.
Dopo i primi mesi di peer coaching e coaching pro-bono, ho iniziato ad andare oltre le mie paure ed a proporre la professionalità e le competenze che avevo sviluppato e testato nel mio proprio modo: è così che nasce Tulipcoaching, il mio progetto di comunicazione artistica autentica con cui aiuto artisti multipotenziali a vivere una vita più autentica e gentile esprimendosi liberamente e con creatività; tra i miei primi clienti, oggi voglio parlarti del caso di Christopher.
Classe 1993, Chris è un ragazzo di origine liberiana nato a Palermo e cresciuto a Reggio Emilia, un profilo che suggerisce già una grande vivacità e varietà di spunti e caratteristiche.
Ma la storia di Chris ha qualcosa di ancor più eccezionale: all’età di 21 anni, a causa di una malattia autoimmune, perde gradualmente la vista e nel 2018 anche la voce, per complicanze della patologia, venendo sottoposto ad una tracheotomia.
Come ti sentiresti se dopo 20 anni di vita, improvvisamente, ti venissero tolte le normali capacità di vedere e parlare? È ciò con cui Chris ha dovuto fare i conti, ricostruendo un modo di vivere, pensare e sperimentare la realtà da zero. Ed ecco che, dopo un lungo periodo di profonda e comprensibile difficoltà interiore (quasi come sperimentare un lutto), Chris si fa forza e si avvicina al mondo della crescita personale e alla possibilità di ispirare gli altri con la sua storia.
È qui che mi contatta: su Instagram, dove mi dedico regolarmente alla content creation e alla cura della mia community, mi scrive in privato un messaggio e mi chiede: “ciao, vorrei fare delle sessioni con te! Come funziona?”
La crescita e la sfida sono reciproche: io, giovane coach alle prese con i miei primi clienti, entusiasta quanto a tratti vessata dalla ben nota sindrome dell’impostore, fisso una chemistry call e mi ritrovo a conoscere questo ragazzo straordinario.
La prima grande sfida è stata proprio trovare i giusti canali di comunicazione per agevolare le sessioni: Chris non poteva parlarmi e abitando a Reggio Emilia, abbiamo dovuto testare varie modalità. La prima sessione si svolge in videochiamata, durante la quale utilizza una tastiera per scrivere ciò che vuole dirmi mentre lo vedo sullo schermo; è andata bene, ma per la seconda sessione decidiamo di incontrarci in presenza: accompagnato dalla sorella perché all’epoca temeva di spostarsi da solo – tenetelo bene a mente, perché i progressi sono stati incredibili! – viene a Milano e svolgiamo la sessione in un tranquillo caffè di una zona limitrofa al centro.
Alla fine, optiamo per un percorso in remoto strutturato come durante la chemistry call, ma il contatto diretto è stato molto importante per sciogliere molte tensioni e facilitare la costruzione del nostro rapporto – pertanto, non aver paura di sperimentare forme ibride ove e quando possibile!
Chris inizia un percorso con me con l’obiettivo di superare la sua paura di viaggiare alle condizioni attuali. Questo ha comportato, dopo ovviamente una bella panoramica esplorativa tramite Ruota della Vita, tutto un lavoro non solo tramite il classico modello GROW, ma anche e soprattutto tramite modelli e strumenti di profonda esplorazione e riconnessione quali stato di flusso e VIA character strenghts, esercizi quotidiani di journaling, meditazione e visualizzazione e una delicata ma decisa definizione di azioni: Chris ha tirato fuori e modellato il suo coraggio ed i suoi valori esattamente sulle sue esigenze presenti, imparando ad essere più ricettivo dei suoi bisogni, maggiormente in ascolto e fiducioso delle sue capacità.
Il risultato è stato eccezionale: dopo le prime 3 sessioni da circa 1 ora e 30 l’una, Chris è riuscito ad organizzare una passeggiata al Sentiero degli Dei con un ragazzo conosciuto su un gruppo di viaggiatori su Facebook ed ha vissuto una bellissima esperienza. Questo lo ha motivato dopo un’ulteriore sessione a programmare un viaggio in Sardegna con un’amica, durante il quale ha comunicato con altri ragazzi in spiaggia ed è anche andato al bar da solo ad ordinare.
Gesti “quotidiani” come questi diventano un incoraggiamento fuori dal comune quando contestualizzati alla preziosa storia di un essere umano. Ed è anche questo che il coaching insegna: fare tesoro di ogni potenzialità, tirarla fuori, lucidarla e migliorarla mentre si conosce meglio sé stessi.
Dopo circa 2 anni e mezzo, Chris ed io siamo ancora in stretto contatto, spesso mi aggiorna dei suoi numerosi progressi e ci forniamo reciproci feedback: gradualmente ha continuato a viaggiare sempre più spesso ed ora fa quasi parte del suo stile di vita; ha preso lezioni di break dance e sviluppato il suo talento per il ballo hip-hop e moderno, mentre studia massoterapia con l’obiettivo di diplomarsi entro fine 2024 e di creare un progetto dedicato al benessere che unisca questi due elementi alla sua irrefrenabile personalità. Possiamo augurargli il meglio e partendo dal percorso fatto insieme, che ha definito solo alcuni dei primi importanti passi di una promettente coreografia, sono certa che Chris continuerà a stupire durante tutto lo spettacolo della sua vita.