La formazione aziendale si sta concentrando sempre di più sul modo in cui si lavora in team e su come si riesca a guidare il team stesso. Al Kingstown College abbiamo notato, quando lavoriamo con molte aziende, che la loro attenzione si focalizza sempre di più su tre aree fondamentali:
Team Communication (La comunicazione all’interno del team) – Per adattarsi all’ambiente di lavoro ibrido o remoto;
Il Coaching – Per supportare gli alti potenziali nell’organizzazione ed i manager di nuova nomina;
Il Mentoring – Creare una cultura della condivisione delle conoscenze e un’area per le conversazioni non strettamente legata alla formazione tradizionale.
Questi requisiti di formazione si stanno manifestando in tutte le tipologie di aziende ed organizzazioni: dalle aziende high tech, alle aziende a conduzione familiare, ai call center, alle organizzazioni militari e persino all’istruzione!
Il filo conduttore che collega tutti i settori, le aree organizzative e le professioni, sono le persone. Siamo tutti diversi nel modo in cui impariamo, lavoriamo, cresciamo e prosperiamo. Pertanto, adattarsi ad un ambiente di lavoro in evoluzione continua, significa che tutti si muovono a un ritmo diverso (ammesso che siano riusciti a muoversi!).
Le aspettative dell’organizzazione, dell’individuo e dei leader possono essere molto diverse. Tuttavia, molte organizzazioni e le persone stesse, ora non sono più sicure delle proprie aspettative e, per molti versi, non sanno cosa chiedere o cercare.
Ciò richiede un reset. Ma come approcciarci?
Manager, di una grande azienda
Team Communication
Di recente abbiamo avuto un’interessante conversazione con un’azienda che gestisce un grande call center con la maggior parte degli dipendenti che lavorano da remoto. Abbiamo toccato con mano cosa stava succedendo quotidianamente nell’organizzazione e ci siamo resi conto che molte delle sfide non sono legate all’ambiente del call center. Ad esempio alcune problematiche sono legate:
- regolare fraintendimento nel tono dei messaggi a causa di un uso eccessivo utilizzo della messaggistica istantanea;
- Il personale si sente isolato a casa;
- Ansia persistente quando si ricevono feedback negativi costruttivi: correzioni minori problemi di prestazioni tramite messaggistica istantanea;
- Una certa riluttanza ad alzare il telefono e parlare tra di loro;
- Conseguente turnover del personale
- Effetto sulla gestione delle chiamate e sulla qualità del servizio erogato al cliente
Non c’è dubbio che la comprensione di ciò che ci aspettiamo dai nostri colleghi e dall’organizzazione sia cambiata. Tuttavia, nel caos degli anni di forte cambiamento che abbiamo appena vissuto, la necessità di mantenere lo stesso il livello di servizio, ha fatto perdere quel passaggio nel processo.
Lavorare sul team in ambito comunicativo è una delle attività di formative e di facilitazione più importanti ed appaganti che si possa offrire ai team stessi.
Il Coaching
Sempre più spesso vediamo le organizzazioni, del settore pubblico e privato, adottare uno stile di coaching. Adottare un approccio “chiedi” alla conversazione, piuttosto che un approccio “racconta”, si adatta meglio al personale del mondo di oggi. I dipendenti più apprezzati e virtuosi ricercano sempre più un lavoro significativo e coinvolgente. L’approccio del coaching fornisce loro uno spazio per interrompere la ricerca e crearne una propria nell’organizzazione in cui operano. La collaborazione e la conversazione basata sui punti di forza contribuiscono a sviluppare valore per l’organizzazione e significato per il dipendente.
Questo è ovviamente in aggiunta al supporto individuale di executive coaching che viene spesso fornito ai manager nel tentativo di individuare una porzione del loro tempo per una riflessione di qualità.
Il Mentoring
Negli ultimi anni, il mentoring ha visto un importante aumento in termini di popolarità come tema legato alla formazione. A partire da come conservare la memoria aziendale, al mantenimento dei talenti, la relazione di mentoring fornisce lo spazio per imparare grazie all’esperienza degli altri.
Un recente esempio di un corso di formazione che abbiamo tenuto ad un’organizzazione militare, ha visto due studenti esercitarsi tra loro in una sessione di mentoring. Provenivano da due aree completamente diverse, e uno stava prendendo in considerazione un trasferimento per avvicinarsi ai genitori di sua moglie in quanto stavano pensando di “metter su famiglia”. Per l’intera classe, questo scambio autentico e sincero è diventato un esempio reale di quanto possa essere potente una conversazione di mentoring anche su un tema delicato come questo.
Il mentee, ha potuto intravedere la speranza, un percorso verso il proprio futuro e un esempio di successo. Per il mentor, c’è stato uno scambio gratificante allineato ai suoi valori. Per l’organizzazione, la possibilità di trattenere un prezioso collaboratore che considera con una prospettiva diversa la possibilità di rimanere nell’esercito.
Strutturare un programma per accogliere queste relazioni mentor-mentee richiede anche una pianificazione da parte dell’organizzazione e la formazione dei mentor è fondamentale per creare un approccio standardizzato al mentoring.
Ci rendiamo conto del successo di un programma di mentoring, quando arriva il momento in cui vediamo i mentee che chiedono di essere loro stessi a proporsi come mentor. Ecco come si manifesta il successo in questo ambito!
Come parlano tra loro i tuoi collaboratori?
Nell’ambito dell’Appreciative Inquiry, David Cooper-Rider ha notato che la differenza tra organizzazioni che prosperano e non, si basava in gran parte sul modo in cui il proprio personale dialogava al proprio interno.
Si concentrano su ciò che funziona e costruiscono i progetti ed il futuro partendo da qui. Si basano sui punti di forza e portano con sé il meglio del passato. E, cosa più importante, credono che in ogni team, organizzazione o situazione ci sia sempre qualche cosa funzioni.
È una cultura che può essere creata. Dobbiamo solo decidere come vogliamo che sia.