A cura del prof. David Clutterbuck
In una recente visita a Taiwan, sono stato introdotto al pensiero del filosofo cinese Wang Yang-Ming (1472-1529). Uno degli elementi che mi è piaciuto particolarmente è che ha posto uguale enfasi sulla tranquillità e sull’attività, sul pensare e sul fare. Wang credeva che la conoscenza fosse incompleta finché non diventa guidata e condotta, e la condotta non fosse completa finché non diventa conoscenza in ambito organizzativo/lavorativo.
C’è molta letteratura moderna sulla relazione tra azione e riflessione, ma il concetto che questi devono essere in equilibrio e che nessuno dei due è completo senza l’altro è sia intellettualmente che emotivamente attraente.
Dà origine nella mia mente a una serie di domande per il coach e per il mentore:
- Il cliente ha un adeguato equilibrio tra “azione” e “riflessione” nella sua attività quotidiana? (Stanno imparando da ciò che sperimentano e stanno usando il loro apprendimento per strutturare nuove esperienze?)
- Il cliente ha un adeguato equilibrio tra azione e riflessione nella sua preparazione per la sessione di coaching/mentoring?
- Le nostre conversazioni di coaching/mentoring comprendono un ciclo costruttivo di azione e di riflessione?
- Che aspetto ha un buon equilibrio tra fare e riflettere per il coach/mentore?
Da qualche parte tra il fare e la riflessione risiede la sperimentazione mentale. Qui, il coach/mentore incoraggia il cliente a immaginarsi mentre compie un’azione e immaginare cosa succede in circostanze diverse. In sostanza, questo permette al cliente di intraprendere qualche riflessione prima dell’azione. Sviluppare l’abitudine alla sperimentazione mentale aiuta anche il cliente a prepararsi per conversazioni o attività difficili.
All’inizio della relazione di coaching/mentoring, può essere utile rivedere con il cliente la sua pratica riflessiva. Le domande utili includono:
- Quando ti prendi del tempo per riflettere?
- Quanto tempo dedichi alla pratica riflessiva?
- Come abitudine regolare?
- Prima e dopo azioni/eventi importanti?
- Come si crea un ambiente esterno favorevole alla riflessione?
- Rifletti meglio nel tuo ufficio, facendo una passeggiata o altrove?
- Come si evitano le interruzioni?
- Come si crea un ambiente interno favorevole alla riflessione?
- Quali tecniche usi per rilassarti ed essere creativo?
- Come ti concentri su ciò su cui desideri riflettere?
- Come riesci a bilanciare la riflessione mirata e la riflessione emergente (intuitiva)?
- Come fai un quadro delle tue riflessioni?
- Come metti in pratica quello che ottieni dalla pratica riflessiva?
- Come colleghi le tue riflessioni alla tua filosofia e identità personale?
Uno dei vantaggi di questa conversazione iniziale è che sottolinea l’importanza della riflessione e crea l’aspettativa che il cliente venga alle sessioni con alcuni dei pensieri già fatti e pronti a condividere. Rivedere la pratica riflessiva ogni poche riunioni – o quando il cliente sembra essere bloccato su un problema e non fare progressi tra le sessioni – aiuta a rafforzare l’abitudine.