Riflessione sul rapporto coaching/mentoring

by | Jan 26, 2022 | Idee

A cura del prof. David Clutterbuck

In una recente visita a Taiwan, sono stato introdotto al pensiero del filosofo cinese Wang Yang-Ming (1472-1529).  Uno degli elementi che mi è piaciuto particolarmente è che ha posto uguale enfasi sulla tranquillità e sull’attività, sul pensare e sul fare. Wang credeva che la conoscenza fosse incompleta finché non diventa guidata e condotta, e la condotta non fosse completa finché non diventa conoscenza in ambito organizzativo/lavorativo.

Lampadina tra le mani

C’è molta letteratura moderna sulla relazione tra azione e riflessione, ma il concetto che questi devono essere in equilibrio e che nessuno dei due è completo senza l’altro è sia intellettualmente che emotivamente attraente.

Dà origine nella mia mente a una serie di domande per il coach e per il mentore:

  • Il cliente ha un adeguato equilibrio tra “azione” e “riflessione” nella sua attività quotidiana? (Stanno imparando da ciò che sperimentano e stanno usando il loro apprendimento per strutturare nuove esperienze?)
  • Il cliente ha un adeguato equilibrio tra azione e riflessione nella sua preparazione per la sessione di coaching/mentoring?
  • Le nostre conversazioni di coaching/mentoring comprendono un ciclo costruttivo di azione e di riflessione?
  • Che aspetto ha un buon equilibrio tra fare e riflettere per il coach/mentore?

Da qualche parte tra il fare e la riflessione risiede la sperimentazione mentale. Qui, il coach/mentore incoraggia il cliente a immaginarsi mentre compie un’azione e immaginare cosa succede in circostanze diverse. In sostanza, questo permette al cliente di intraprendere qualche riflessione prima dell’azione. Sviluppare l’abitudine alla sperimentazione mentale aiuta anche il cliente a prepararsi per conversazioni o attività difficili.

All’inizio della relazione di coaching/mentoring, può essere utile rivedere con il cliente la sua pratica riflessiva. Le domande utili includono:

  • Quando ti prendi del tempo per riflettere?
    • Quanto tempo dedichi alla pratica riflessiva?
    • Come abitudine regolare?
    • Prima e dopo azioni/eventi importanti?
    • Come si crea un ambiente esterno favorevole alla riflessione?
      • Rifletti meglio nel tuo ufficio, facendo una passeggiata o altrove?
      • Come si evitano le interruzioni?
      • Come si crea un ambiente interno favorevole alla riflessione?
        • Quali tecniche usi per rilassarti ed essere creativo?
        • Come ti concentri su ciò su cui desideri riflettere?
        • Come riesci a bilanciare la riflessione mirata e la riflessione emergente (intuitiva)?
        • Come fai un quadro delle tue riflessioni?
        • Come metti in pratica quello che ottieni dalla pratica riflessiva?
        • Come colleghi le tue riflessioni alla tua filosofia e identità personale?

Uno dei vantaggi di questa conversazione iniziale è che sottolinea l’importanza della riflessione e crea l’aspettativa che il cliente venga alle sessioni con alcuni dei pensieri già fatti e pronti a condividere. Rivedere la pratica riflessiva ogni poche riunioni – o quando il cliente sembra essere bloccato su un problema e non fare progressi tra le sessioni – aiuta a rafforzare l’abitudine.

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