Pensate ad un Team o un gruppo di lavoro, che cosa vi viene in mente?
Avete mai pensato ad una équipe come ad un sistema che trasmette o trasporta energia, che trasferisce informazioni da un punto ad un altro, o da un tempo presente ad un tempo futuro, del “valore” materiale o immateriale? Quindi possiamo rappresentare un team attraverso un modello fisico, come un circuito elettrico, che in qualsiasi modello reale produce sempre una certa resistenza e quindi ahimè dissipa energia.
Non voglio tediarvi con concetti e formule fisiche, tipo P = V x I (Potenza = Tensione per Corrente elettrica), in quanto non avrebbe senso, ma se mettete una mano vicino ad una vecchia lampadina a filamento di tungsteno, o provate a svitarla appena spenta, cosa succede? Si percepisce il calore o ci si scotta. Per quale ragione? Per il semplice motivo che si tratta di un ottimo strumento, un’invenzione incredibile, ma che per compiere il proprio lavoro dissipa / perde parte della propria energia in calore, quindi risulta poco efficiente e ha un basso rendimento.
Torniamo ora al gruppo di lavoro, un team è composto da persone … Cosa succede quando uno o più membri del team non si concentrano su ciò che è importante? L’équipe disperde energia, ovvero queste persone si comportano come una lampadina a basso rendimento.
In linea di massima ciascuna lampadina continua a svolgere il proprio lavoro, ma a parità di energia il sistema illuminerà di meno o per produrre la stessa quantità di luce necessita di più lampadine e quindi dovrò pagare una bolletta più costosa, senza contare il fatto che questo tipo di lampadine ha un ciclo di vita / durata inferiore rispetto alle lampadine a basso consumo o ai LED. Continuando con la metafora, potremmo dire che i singoli individui che disperdono energia sono maggiormente soggetti ad un possibile burnout.
In qualità di coach e di team coach, il nostro intervento consiste nell’ottimizzare l’impianto di illuminazione ovvero l’efficienza ed il rendimento del gruppo di lavoro. E in che modo possiamo farlo?
- lavorando con le singole persone sulle proprie potenzialità (consapevolezza);
- riducendo la frizione interna alla persona (autostima);
- riducendo la frizione tra le persone (conflitto);
- creando un sistema capace di lavorare in modo armonico (comunicazione).
Lavorare con i singoli sulle proprie potenzialità (consapevolezza)
Nella mia esperienza come coach di team, mi sono reso conto che molto spesso i membri dei gruppi di lavoro dedicano più tempo a guardare cosa fanno o quali opportunità vengono date agli altri invece di concentrarsi sulle opportunità che vengono loro offerte.
Alcune domande utili che possiamo fare per favorire il lavoro di squadra e garantire il contributo di ciascuno sono:
- Quale potrebbe essere il tuo apporto in questo progetto?
- Quali opportunità intravedi in esso?
- Se dipendesse da te quale scelta faresti?
- In quale ruolo ti trovi maggiormente a tuo agio?
Ridurre la frizione interna alla persona (autostima)
Quante volte uno o più componenti del team si sentono inadatti o sviluppano la sindrome dell’impostore di fronte ad un nuovo ruolo o attività che gli vengono proposti? In che modo possiamo aiutarli ad affrontare quell’attività/mansione con serenità? Alcune domande che possiamo porre a ciascun membro per incoraggiarlo a riflettere sulla propria autostima aumentando così la sicurezza psicologica all’interno del gruppo sono:
- In che cosa sei bravo?
- In che modo le tue abilità possono essere usate in questa situazione?
- Chi tra gli altri componenti del gruppo potrebbe aiutarti?
- In che cosa sei unico?
- Che cosa ti rende orgoglioso di far parte del team?
Ridurre la frizione tra le persone (conflitto)
La frizione fra le persone è tra le componenti che producono l’effetto Joule su cui il team coach dovrebbe maggiormente lavorare. Essa è infatti tra le più costose in termini di dispendio e dispersione di energia e incremento di frustrazione. Alcune domande che possono essere proposte per far sì che i membri agiscano in modo maggiormente collaborativo e inclusivo che mi sento di suggerire sono:
- Che cosa ti piace del lavoro di squadra?
- In che modo lo metti in pratica?
- Quando un/a collega ti propone un’idea cosa fai?
- Quando chiedi un feedback in che modo lo usi?
Creare un sistema capace di lavorare in modo armonico (comunicazione)
Affinché un team possa lavorare in modo armonico è necessario che ciascun componente sappia fare la propria parte, che ci si fidi gli uni degli altri, che si sia disposti e pronti a sorreggersi vicendevolmente e a fornire feedback utili al miglioramento evitando critiche sterili. Per raggiungere questo obiettivo possiamo porre le seguenti domande:
- Che tipo di feedback offri ai tuoi colleghi?
- In che modo aiuti e sostieni gli altri membri del gruppo?
- Quando possiedi un’informazione rilevante in che modo la condividi?
- Come ti senti quando favorisci l’armonia all’interno del gruppo? In che modo lo fai?
Ciascuno di noi vuole far parte di un sistema efficiente che lavora in armonia. Se riprendiamo la metafora dell’apparato di luci, ci rendiamo conto che non dobbiamo sostituire le lampadine ma semplicemente regolarle al fine di rendere il sistema più consapevole delle proprie capacità, dei propri punti di forza, e quindi indurlo a fidarsi dei propri membri, favorendo l’ascolto e l’apporto di suggerimenti costruttivi e di idee da parte di tutti.
Riassumendo in altre parole:
- tutto quello che il team potrebbe produrre in termini di risultati o raggiungere in termini di obiettivi, si può rappresentare come la Potenza prodotta (in fisica potenza assorbita) Pprod;
- i risultati o gli obiettivi che vengono effettivamente raggiunti possono essere rappresentati come la Potenza utile Putile;
- e tutto ciò che viene dissipato e perso Potenza persa Ppersa.
Quindi il rendimento del team η, si definisce nel seguente modo:
Questo significa che nel mondo ideale, tutto lo sforzo e l’impegno prodotto si traducono integralmente in lavoro utile per il gruppo e l’organizzazione, ma nel mondo reale il rendimento è sempre minore di 1. Lavorando sul team si puo’ aumentare il rendimento del team.
In merito all’autore
Fabio è un Faculty Member al Kingstown College e un Team Coach e Business Coach con un particolare interesse per il Benessere Aziendale e il Team Coaching. Ha oltre 10 anni di esperienza in team di coaching e mentoring in diverse organizzazioni. Fabio è originario dell’Italia, parla correntemente francese, inglese. Vive in Irlanda dal 2015.
Ha una Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica e un Master in Organizzazione, Management e Innovazione. È il co-fondatore di Pentago, una società di team coaching che opera in Irlanda, Regno Unito e Italia.