Il team coaching richiede un portafoglio di competenze oltre a quelle del coaching one-to-one. La maggior parte di queste si riferiscono alla differenza di contesto tra conversazioni individuali e dinamiche di gruppo.
In questo articolo a cura del professor David Clutterbuck, uno dei principali riferimenti globali del coaching, esploriamo quali sono le competenze del team coach e perché non è sufficiente applicare le stesse tecniche del one-to-one.
Un approfondimento prezioso per chi desidera evolvere nella propria pratica professionale e accompagnare gruppi in modo più consapevole, efficace e trasformativo.
Il contesto cambia delle competenze del team coach: dal dialogo alla dinamica di gruppo
Gestire i diversi ritmi di apprendimento
Nel team coaching, capita di frequente che alcuni membri del team giungano velocemente alle conclusioni da seguire, mentre altri sono ancora nelle prime fasi di riflessione. Il team coach deve gestire processi che impediscano a questa differenza di ritmo di diventare causa di conflitto ed usarla in modo costruttivo per aiutare il team a prendere sempre le migliori decisioni.
Gestione dei sottogruppi
Molti team si dividono in sottogruppi. Questi sottogruppi possono talvolta variare a seconda degli argomenti in discussione o della natura delle minacce percepite e non sono sempre ovvie. Essere conscio delle dinamiche di questi sottogruppi al fine di impedire loro di monopolizzare o deviare la conversazione di coaching, richiede una comprensione rigorosa delle dinamiche di gruppo e di come cambiano le alleanze.
Riservatezza e giudizio
Ciò che viene detto al singolo, spesso non è appropriato dirlo di fronte a tutto il gruppo. Eppure il coach verrà a conoscenza di una serie di confidenze individuali da parte dei membri della squadra. Gestire questo richiede abilità ed un giudizio delicato.
Abilità di facilitazione
Il ruolo del team coach non è lo stesso di quello di un facilitatore, lui o lei ha bisogno di una buona conoscenza delle capacità di facilitazione e di un insieme di strumenti, di tecniche e metodi di facilitazione del team.
Competenze comuni del team coach, ma con un livello più alto
Ascolto multilivello
Il team coach deve ascoltare sia la persona che parla che tutti gli altri nella stanza. Essere consapevoli delle proprie conversazioni silenziose, attraverso il linguaggio del corpo e lo stato d’animo degli altri membri, è una competenza raffinata.
Silenzio come strumento attivo
Usare il silenzio in modo efficace è un segno di un coach fiducioso e maturo. Ma creare silenzio in una situazione di gruppo, specialmente quando il team è composto da attivisti, è molto più impegnativo.
Le domande potenti nel team coaching
Nel coaching individuale, il coach formula la domanda giusta al momento giusto. Nel team coaching, il focus è aiutare il team a costruire le proprie domande potenti che generino apprendimento collettivo.
Identità collettiva
Comprendere la propria identità è già un lavoro complesso a livello individuale. Articolare un’identità condivisa come team lo è ancora di più, ma diventa fondamentale per la coesione.
Gestione trasparente dei conflitti
Nel coaching individuale, le strategie per gestire i conflitti rimangono confidenziali. Nel team coaching, invece, devono essere trasparenti e condivise, perché tutti sono coinvolti nella stessa stanza.
Il passaggio al team coaching: una formazione necessaria
Queste differenze rendono essenziale che i coach, la cui esperienza è stata per lo più in ambienti one-to-one, preparino il passaggio al team coaching intraprendendo una formazione aggiuntiva per equipaggiarli ad affrontare e gestire le esigenze “extra” di questo ruolo più complesso. Spesso scoprono che quelle abilità extra si aggiungono all’impatto del loro coaching one-to-one.
Passare dal coaching individuale al team coaching non è un semplice cambio di scala, ma una vera evoluzione di ruolo, che richiede maggiore consapevolezza, sensibilità sistemica e strumenti specifici.
Il professor David Clutterbuck, con la sua visione ampia e la lunga esperienza nel campo, ci guida in una riflessione concreta su ciò che serve per affrontare questa transizione con successo. Le sue parole ci ricordano che il coaching, in ogni forma, è prima di tutto un atto di responsabilità verso l’altro – e verso il gruppo, nel suo insieme.
Se stai pensando di ampliare la tua pratica professionale e vuoi esplorare le potenzialità del team coaching, questa è la direzione giusta da cui iniziare.